27 settembre 2006

Anche se non sembra valerne la pena

Il vantaggio di stare sempre da solo è che quando voglio stare da solo, posso stare da solo. Lo svantaggio di stare sempre da solo è che quando non voglio stare da solo, non posso stare che da solo. Immagino che la perfezione non sia qualcosa a cui si possa aspirare in quanto essere umani, poichè presupporrebbe la totale solitudine, che mi dicono essere impossibile. Immagino che una volta si sia voluto bene a qualcuno, ciò che di più vicino ci sia alla felicità sia poter cancellare le sofferenze di questa persona, o di queste persone. Immagino anche che allora sia normale voler stare lontani dalle persone che si amano, per non farle soffrire, per non vederle soffrire, che tanto prima o poi soffriranno o, peggio ancora, soffriranno "per causa mia". Immagino che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in questo ragionamento, solo a che a volte non sembra valerne la pena. Ma non mi fraintendete, forse è semplicemente amarezza.

24 settembre 2006

Alle persone preferisco le differenze tra le persone

I miei sogni sono sempre racconti di imbarazzo o di romanticherie.
Il punto di sutura è una unità di misura eccessivamente approssimativa.
Non ho ancora capito se il futuro è meglio del passato o se il passato è meglio del futuro.
Ma ho capito che il passato non esiste.
Tutti i miei ricordi sono nascosti dentro i miei muscoli, nella ripetizione del già atto.
Dopo tutto questo tempo faccio ancora confusione tra l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande e negativo.
L'idea che più infinito e meno infinito si tocchino, chissà dove, nell'infinito degli infiniti, è una idea molto rincuorante. Quasi sessuale.

22 settembre 2006

Ogni volto è la mappa di un mondo

Non resto.
Non esisto.
Non resisto.

Quello che si svolge intorno alla mia sedia, è un assedio.
Quella che ti chiedo, ma a cui non credo, è una tregua.

Sono appena di ritorno dal Circolo degli Artisti. Hanno suonato Riccardo Sinigallia, Non voglio che Clara, Marta sui Tubi. Il primo mi ha emozionato, i secondi un po' annoiato (ma temevo peggio), i terzi stupito ed elettrizzato. Ascoltate il disco di Riccardo, che merita, e andate a sentire i MsT dal vivo, che meritano.

21 settembre 2006

Sopravvalutazioni e sovrappensieri

Non faceva che guardarsi intorno, ignorando la pizza che si andava raffreddando nel suo piatto. Chiunque, osservandola, avrebbe reputato eccessivo l'interesse indirizzato alle figure vuote che decoravano le pareti di questa come di cento altre pizzerie, tutte uguali. I tavolini quadrati, le tendine a scacchi bianchi e rossi, poste sulle finestre che davano sulla strada, le solite olive nere non snocciolate sulla solita capricciosa. Perchè un giorno si era detta: "Il fastidio di scegliere ogni volta che pizza prendere è maggiore della noia di prendere sempre la stessa pizza". E ne aveva scelta una, per sempre.
Si sentì buttare contro un "Va tutto bene?" da una bocca dirimpetto, i cui denti avevano già scelto la propria vittima, e la stavano torturando senza incertezze. Non ricevendo però risposta, lui smise di masticare e le piantò addosso un paio di occhi color nocciola, taglienti, ma stanchi. Lei si ricordò di aver scoperto un'infinitesimale gradazione di verde, nel disco più interno di quell'iride.
Cominciarono una serie di movimenti sotterranei, segreti e rivelatori insieme. Lei disaccavallò le gambe sotto il tavolo, e piantò i piedi sul pavimento, paralleli e distanziati. Impugnò la forchetta, ma più che per iniziare a mangiare, sembrò voler soppesare un pugnale, pronto per un delitto da troppo tempo ponderato, come se la sua presenza fisica potesse scogliere i nodi di una coscienza provata. L'imbarazzo dei propri pensieri la sorprese; un po' di rossore le raggiunse le guance, per poi disparirne repentinamente.
Lui raccolse il fazzoletto che aveva posato sopra le gambe, si nettò le labbra con un lembo e lo ripose sul tavolo: un fantasma sconfitto. I geni dell'imbarazzo e del senso di colpa si urlavano sconcezze dentro la sua testa, producendo un frastuono tale da impedirgli di formulare il più elementare dei pensieri. Perse il controllo della propria compostezza, si lasciò scivolare contro schienale, le braccia buttate a penzolare nel vuoto, le schiena ricurva nelle spalle strette.

Stava in silenzio.
Stava in silenzio e la guardava.
Stava in silenzio e la guardava, perchè gli sembrava bella.

Lei quella sera non gli disse: "Se continui ad aver paura, mi hai già perso"
Lui quella sera non le disse: "Sono stanco di essere messo alla prova"
Lei non rispose: "Non ho bisogno di essere salvata"
E lui non ribattè: "Io scendo da questa giostra. Scendi con me."

Tutto quello che uno dei due seppe dire fu: "Andiamo via".

20 settembre 2006

Odio Robin Hood

Invitato a questo party così escluviso, mi prendo la briga di appuntarmi all'occhiello una di quelle etichette adesive sulle quali posso scrivere chi non sono. Io non sono vegetariano, non sono accondiscendente, non sono uno che la pensa come la pensi tu, non sono un sognatore, non sono malato, non sono un artista, non sono uno scienziato, non sono credente, non sono credulone, non sono superficiale, non sono ne' razionale ne' irrazionale. Il valore della somma dell'integrale delle mie parti è un intero positivo.
Quando mi sveglio la mattina, la mia faccia e le mie mani sono percorse da un formicolio sommesso, sono infastidite dal minimo contatto: lavarmi il volto e le mani produce piccoli brividi accompagnati da grugniti tremolanti, come quelli emessi da telespalla bob ogni volta che pone il piede sopra un rastrello. Non so descrivervi la differenza che c'è tra scendere ogni mattina dal letto posando il piede su un tappeto scendiletto piuttosto che sul nudo pavimento: ma vi assicuro che questa differenza c'è e si fa sentire. Le differenze che si fanno sentire sono come bambini maleducati che attirano l'attenzione della gente con i loro capricci. Anche se non ottengono ciò che vogliono, ricevono attenzione: traggono comunque un vantaggio. Quale vantaggio invece per quei bambini che si sono lasciati piegare dall'educazione di genitori e insegnanti, quelli che non si fanno sentire, che non urlano, che non attraggono l'attenzione altrui non perchè non la vorrebbero, ma perchè condizionati a temerla? Vorrei che qualcuno avesse detto a questi bambini: "non fate ciò che vi viene detto di fare". Più persone avrete reso felici, meno sarete felici voi stessi.
C'è una storia molto semplice: i protagonisti sono l'aitante signor Laundry, la signorina BollaDiSapone e il giovane AmbiDestro. Lo svolgimento è altrettanto semplice: il grande sogno di AmbiDestro era conquistare il cuore della bella BollaDiSapone. Ogni volta che passavano tempo insieme, AmbiDestro aveva l'impressione che BollaDiSapone non gli fosse del tutto indifferente, ma lei non gli aveva mai dato un chiaro segno della sua preferenza. AmbiDestro allora si prodigò per piacere a BollaDiSapone, cercò di cambiare, di migliorarsi, di rendersi una persona desiderabile. La trattò con riguardo e dolcezza, le stette accanto quando lei ne ebbe bisogno e cercò di coprire ogni ruolo che avrebbe coperto un compagno ideale: amico, amante, complice, padre, figlio.
La conclusione della storia è invece raramente complessa: composta da una parte reale ed una immaginaria. Nella realtà BollaDiSapone preferì l'odiato Laundry al buon AmbiDestro. Lei non seppe o non volle dare alcuna spiegazione, anche se fu costretta ad ammettere che probabilmente Laundry non valeva un terzo del nostro povero eroe, ma che a lei non importava. Ora la parte immaginaria: Il demone dell'amore non ebbe scelta. Laundry, con tutti i suoi difetti, ma anche con i suoi pregi, era un facile bersaglio. Scoccare la propria freccia in quella direzione era non solo una scelta facile, ma l'unica possibile. AmbiDestro, invece, con la sua voglia di perfezione, col suo desiderio di essere tutto, ha finito per non essere niente: un bersaglio in movimento, impossibile da mirare, figuriamoci da colpire, da raggiungere.
L'avevo detto che si trattava di una storia semplice, ai limiti del banale. Ma come tutte le storie: si raccontano affinché chi le ascolta non cada negli stessi errori. Si raccontano spesso ai bambini, affinchè non cadano nel banale errore di commettere banali errori. Eppure la paradossale morale di questa storia è che commettere banali errori spesso risulta essere la non banale cosa giusta.
Spengo la luce.
Buonanotte.

16 settembre 2006

Tra di noi solo un posacenere nero, entrambi non abbiamo mai imparato a fumare

C'è un coniglio immobile sul pavimento
non ho il coraggio di toccarlo
il pelo bianco sporco
una macchia nera intorno all'occhio
il suo occhio sinistro
le orecchie rosa coperte da una fine peluria
mi stendo sul pavimento accanto a lui
ora gli sono proprio di fronte
lo squadro avido di dettagli
l'unico orecchio che vedo da questa posizione
poggia a terra mollemente
come un animale separato, diverso
le narici, il solco tra le labbra
la fessura della bocca
disegnano un'antica lettera
di un alfabeto a me sconosciuto
di una lingua che non so parlare
i baffi e il pelo oltre il contorno del corpo
lo circondano di un'aura intangibile
come la saggezza di cento favole
non saprei dire se è morto o svenuto
forse sta dormendo
se lo toccassi potrei svegliarlo
"stavo solo riposando gli occhi"
direbbe con la voce impastata dal sonno
strofinandosi gli occhi con le zampette
(ma hanno palpebre i conigli?
so solo che possono chiudere gli occhi)
poi tornado in sè, scapperebbe via
riconciliandosi con la sua natura di coniglio
spingendosi con le zampe posteriori
allungate, affusolate ma muscolose
per quanto possa essere muscoloso un coniglio
poi scivolerebbe sul pavimento lucido
producendosi in un goffo capitombolo
gli avvicino la mano al fianco
e ne sento il calore a distanza
ho paura anche di sfiorarlo
non dubito della falsa certezza
per cui tutto quello che è soffice
è anche sensibile, in eccesso
per cui tutto quello che è peloso,
peloso di un pelo bianco,
bianco di un bianco sporco,
è anche soffice, in eccesso
i suoi occhi sono ancora chiusi
spengo la luce e vado via
non lo sveglierò, se è morto
se dorme, pregherò per lui

15 settembre 2006

-"E' stato tutto così strano" -"E' sempre tutto strano"

Il gesto definitivo:
"Posso essere qualunque cosa di cui tu abbia bisogno"

La sconfitta totale:
"Non sei ciò di cui ho bisogno"

13 settembre 2006

Contro ikea

In verità non ce l'ho con ikea, visto che non fa nulla di male. E' una società, vende cose che la gente compra: tutto qua. L'invettiva potrebbe partire contro alcune immagini riportate nel loro catalogo, questo sì. Quello che mi perplime non è tanto l'immagine delle persone abitanti le fantomatiche case ikea: tutti puliti, belli ma senza esagerare, vestiti con cura, sorridenti, e quando non sono sorridenti non lo sono per un motivo importante, o stanno lavorando o leggendo. Gli atteggiamenti piuttosto. Gli atteggiamenti di persone e cose. Chi usa un computer portatile è sempre seduto a gambe incrociate sul divano, o steso sul tappeto o sul letto. Roba che a farlo nella realtà verrebbero i crampi dopo 30 secondi, e il letto/tappeto prenderebbe fuoco dopo 2 minuti. Le librerie e le teche di cd e film sono sempre perfette, piene. Scenico, ma nella vita reale la gente legge i libri, li ripone e poi ne compra di nuovi. Quindi la libreria risulta sempre troppo vuota o troppo piena per accogliere nuovi libri. Tutto ha l'aria di essere un punto di arrivo. Il senso del catalogo ikea è suggerire al lettore che una volta ottenuta una casa immagine simile a quella, il compito può essere considerato svolto, non dovranno più pensarci. La mia idea di casa è un po' diversa. Oltre a "posto sufficientemente confortevole nel quale passare la notte" e "ripostiglio delle mie cianfrusaglie", una casa dovrebbe potermi supportare, non stagliarsi come uno scoglio in mezzo al mare. Accogliere la vita che la percorre come un organismo sa accogliere l'ossigeno. Deve respirare. Deve essere sempre troppo piena o troppo vuota. Ha senso?

12 settembre 2006

Mixtape n.3

Daniel Johnston - Everlasting Love
Mia Martini - Piccolo Uomo
Ben Harper - Morning Yearning
Brand New - Flying at Tree Level
Beatles - Something
Xiu Xiu - Ian Curtis Wishlist
The Veils - Jesus for the Jugular
Edith Piaf and Theo Sarapo - A Quoi Ca Sert l'Amour
Deftones - Hole in the Earth
Mates of State - Punchlines
Nina Simone - Summertime
Guns'n'Roses - Estranged
Low - Cue the String
Baxter - Gonna Make It There
Mogwai - Sine Wave
Adriana Calcanhoto - Clandestino
Katie Melua - Just Like Heaven
Waking Ashland - Shades of Gray
Mondo Marcio vs. Finley - Dentro Una Scatola (oh yes...)
Fabrizio De Andrè - Dolcenera
Subsonica - Come Se
Lombroso - Insieme a Te Sto Bene
Lost Prophets - Cry Me a River
Pacifico e Ivano Fossati - A Poche Ore
Tool - 10000 Days (Wings Pt 2)
Offlaga Disco Pax - Tono Metallico Standard
Carmen Consoli - La Dolce Attesa
Yuppie Flu - Silver Rain
Tracy Chapman - Change
The Twilight Singers - There's Been An Accident
The Paper Chase - We Know Where You Sleep
The Exit - Darlin'
The Dresden Dolls - Delilah
Stefano Bollani - Che Cosa Sono Le Nuvole
Indochine - Le Grand Secret
Emery - Studying Politics
Owen - The Sad Waltzes Of Pietro Crespi
Shellac - Prayer To God
Blonde Redhead - Melody
Wrens - Happy
The Paper Chase - Neat Manageable Piles
Denali - Welcome
Moneen - The Last Song I Will Ever Want To Sing
Fantomas - 4-20-05
Maximilian Hecker - Yeah, Eventually She Goes
Air - Alone In Tokio
Lali Puna - Faking The Books
Bjork - All Is Full Of Love

10 settembre 2006

Ho un materasso nuovo. E nulla di nuovo da posarci sopra.

Sono come un semplice animale:

Non ho coscienza di me stesso, non mi riconosco allo specchio
A volte ho fame, a volte ho sete
A volte ho paura, a volte mordo
A volte ho voglia di una femmina, a volte ho voglia di stare da solo
A volte sono triste, a volte sono allegro
A volte ho voglia di giocare, a volte ho voglia di dormire
A volte ho voglia di correre, a volte ho voglia di camminare

09 settembre 2006

Difficile scrivere una frase le cui parole abbiano come iniziali le lettere della parole "solitudine"

Ogni giorno si fa più facile, quando subentra la rassegnazione. Ogni giorno si fa più difficile, quando subentra la consapevolezza della rassegnazione. La cosa buffa è che anche a voler essere cattivi, egoisti, mettere sè stessi davanti agli altri, non ci sono occasioni in cui avere in cambio un po' di benessere, o felicità, o altri sentimenti moralmente discutibili. La ricerca di una scossa potrebbe finire nella dubbia legalità di un corpo adorno di lividi. Il mistero della pietra azzurra. Se ascolto la sigla mi vengono ancora i brividi. Me lo ricordo come un bellissimo cartone animato. Io mi identificavo con Jean: un po' sfigato, troppo cerebrale, segretamente infatuato dell'eterea Nadia (ma non poi così segretamente). La mia educazione sentimentale si è formata su quella storia e su "E' quasi magia Johnny". Accidenti.

08 settembre 2006

Giuro che più di così non posso correre

Una volta, tanto tempo fa, quando ancora guardavo la televisione, gli esperti di non so cosa dicevano che ormai gli uomini superavano le donne in quanto a spese e dedizione alla cosmesi. Sarà pure ma, non per vantarmi, io mi limito a farmi la doccia con acqua, sapone e uno shampoo a caso tra gli shampii. Dove voglio arrivare? adesso ci arrivo. Durante la doccia odierna, m'è capitato tra le mani il Johnson's Baby Shampoo: sull'etichetta c'è scritto "Mai più lacrime" - "No more tears". In nome della scienza sento il bisogno di verificare questa affermazione. Dunque: chi è in grado, è pregato di spezzarmi il cuore. Io continuerò a shampaarmi con il suddetto. Le mie reazioni saranno un rudimentale ma sufficiente banco di prova, per cominciare. Se i risultati iniziali saranno incoraggianti, proseguiremo la sperimentazione.
A cose più grandi!

06 settembre 2006

Per, ma lo so! Con, essenza.

L'oroscopo della settimana, per una settimana qualunque
a cura di Leone Nero

Ariete
amore: guardando il profilo di qualcuno che desiderate da tanto, scoprirete di non volerlo più
salute: abbiate cura dei vostri capelli e della pelle del vostro viso
lavoro: pensate al vostro nuovo lavoro come ad una strada da attraversare

Toro
amore: cercate nella moltitudine e troverete nella solitudine
salute: i vostri reni avranno bisogno di molta più acqua
lavoro: vi verranno chieste prestazioni particolari e complesse, prendetevi il tempo necessario

Gemelli
amore: vi indirizzerano bigliettini d'amore in una lingua a voi sconosciuta
salute: ciò che credevate sano non si rivelerà tale
lavoro: prima di affrontare un lungo viaggio, preparatevi fisicamente

Cancro
amore: non cadete nella trappola del primo paio di occhi grandi e neri
salute: state alla larga dal cibo di dubbia provenienza
lavoro: vi renderete ridicoli, ma passerà subito

Leone
amore: subire una prepotenza non vuol dire amare incondizionatamente
salute: non mangiatevi le unghie o vi cadranno i capelli
lavoro: state lontani dalle tentazioni, e posate gli occhi dove è più conveniente

Vergine
amore: vi faranno del male e voi farete del male a vostra volta
salute: andate a ballare
lavoro: approfittate del fatto di essere degli sconosciuti

Bilancia
amore: sbrigatevi o arriverà troppo tardi
salute: la natura vi vuole bene, gioite
lavoro: andateci piano e arriverete dove volete arrivare

Scorpione
amore: ci sono solo due posti liberi, e li occuperete voi
salute: state lontani dal mare e dalle bottiglie
lavoro: sembrerà tutto troppo semplice

Sagittario
amore: non cercate di conquistare con un regalo costoso
salute: fumare fa ancora male
lavoro: rapporti gelidi con i colleghi, è colpa vostra

Capricorno
amore: avete troppe opzioni, prendete una decisione se non volete restare a bocca asciutta
salute: prendete un po' di sole e date qualcosa in cambio
lavoro: se lavorate in campo medico non vestitevi di bianco

Acquario
amore: non è il mondo ad essere sottosopra, è sottosopra ad essere il mondo
salute: la conoscenza è il rimedio migliore per ogni paura
lavoro: fate buon uso della fortuna che incontrerete

Pesci
amore: costruitevi un nido dal quale potete vedere il cielo
salute: l'igiene va bene, ma non esagerate
lavoro: tenetevi stretto quello che avete, parigi val bene una messa

03 settembre 2006

Se non ce la fate a leggere tutto va bene lo stesso

Ultimamente mi sono trovato spesso a pensare riguardo la mente, il pensiero, l'intelligenza. Come al solito, nulla che possa essere definito rigoroso; anzi mi piacerebbe sapere se magari ho commesso qualche errore. A seguire, il frutto di cotanta elucubrazione.

Per cominiciare una di due pseudo-teorie: Il cervello è una macchina costruita/evoluta per il riconoscimento e l'attuazione di schemi. Più gli schemi sono ripetitivi e assodati, più la loro elaborazione è delegata a basso livello. Nel caso in cui si presenti invece un nuovo schema, o un disturbo rilevante ad uno schema conosciuto, le informazioni vengono passate ad alto livello, per il riconoscimento. La distinzione tra basso e alto livello, in termini soggettivi, si riflette nella quantità di attenzione necessaria a intepretare uno stimolo, o ad eseguire una azione. Esempio: imparare a leggere comporta un grande sforzo. All'inizio tutta l'attenzione è focalizzata sul riconoscimento delle singole lettere; una volta che questo processo è acquisito, diventa sempre più automatico e richiede sempre meno attenzione. Attenzione che si sposta sul riconoscimento delle sillabe. Una volta imparate le sillabe, si passa alle parole. Dalle parole alle frasi, dalle frasi ai testi. Dopo anni di questo tipo di esercitazioni (la scuola elementare), si può richiamare alla mente con la stessa facilità la forma della lettera 'a' e tutta la storia raccontata in Pinocchio. Imparando le lettere, non abbiamo fatto altro che memorizzare uno schema di segni grafici. Questo schema è sufficientemente a prova di errore, in quanto possiamo riconoscere la stessa lettera anche se scritta in un carattere od in una calligrafia diversa. Così, leggendo, non ci soffermiamo più sulle singole lettere, a meno che non incontriamo qualcosa che non assomiglia a nessuna delle lettere che conosciamo: allora abbiamo la capacità di rifocalizzare l'attenzione su una scala molto più piccola.

Ora, si tratta di un quadro molto approssimativo e non spiega come funzionino le cose in sostanza, ma come idea generale credo regga. C'è un libro di Jeff Hawkins, "On Intelligence", che spiega più in dettaglio un concetto simile aggiungendoci un elemento importante, ma ne parlerò dopo. Quello che voglio dire è che questo "modello" di funzionamento della mente sembra adatta a spiegare un fenomeno che mi è sembrato di rilevare nella gente: ovvero, che ci sono due tipi di approccio al mondo in generale, o alle arti in particolare, che appaiono antitetici: c'è una categoria di persone che sembra trovare piacere o sollievo quando incontra qualcosa che già conosce, mentre altre non sono soddisfatte finchè non ricevono stimoli nuovi. E' una caratteristica comportamentale che potrebbe essere di natura genetica o ambientale, chissà, magari frutto del ricevere una educazione in vece di un'altra. Fatto sta che c'è a chi piace leggere centinaia di libri gialli che raccontano tutti la stessa storia di omicidio, o 20 libri della saga di Harry potter, o vedere sempre lo stesso film d'amore o d'azione, o ascoltare sempre la stessa canzone pop, basata sempre sullo stesso giro di accordi, o ridere sempre alle stesse battute (tipo i tormentoni). Ad altri, invece, tutto ciò viene presto a noia ed hanno bisogno sempre di qualcosa di nuovo. Non voglio dare giudizio di merito rispetto ai due casi, evidentemente hanno ciascuno dei pro e contro. Solo è interessante capire da cosa è generata questa disparità: magari in un certo periodo della vita è stato rinforzato il legame tra il piacere e il riconoscimento di nuovi o vecchi schemi.

La seconda pseudo-teoria è più semplice, ma ha dei risvolti interessanti. Tempo fa mi è sovvenuta questa metafora: ci sono persone che sono come buchi neri. Sono quelle persone che incamerano dentro di se il maggior numero di nozioni, informazioni, notizie, letture, emozioni possibili, ma quello che producono è così poco o povero da poter essere considerato marginale. Come i buchi neri, catturano tutto quello che finisce nelle loro vicinanze e non lasciano scappare nulla. Io mi metto tra questi. Di contrario, c'è chi può essere considerato come un "buco bianco" o una supernova, per rimanere nell'ambito astrofisico: una categoria di individui che producono molto più di quello che incamerano. Costoro, da un minimo spunto, possono creare un mondo. Tra questi, metto la buona A. che, venutane a conoscenza, mi ha fatto notare che quello che mi sfugge di questa "scatola bianca" è la capacità di creare connessioni e collegamenti tra le idee. E non ci vuole che un minimo di statistica per confermare che la più semplice delle tecniche combinatorie permette di generare, per tot idee, un numero esponenziale di combinazioni o connessioni. Uhm, calza! Magari non tutte le combinazioni hanno un senso o sono utili, ma sapendole scegliere si possono appunto creare interi nuovi mondi di idee, di modi di pensare. Ed approfondendo il discorso, è saltato fuori (o è parso evidente a me) che la distinzione tra l'educazione scientifica e quella umanistica è appunto l'insegnamento su quali nuovi collegamenti siano da considerarsi validi e quali no. La matematica e la logica hanno regole rigorose per decidere se una sequenza di idee è accettabile o meno, un artista è invece spinto a produrre qualcosa di sempre diverso anche se non formalmente corretto. Ed è quando la capacità di creare nuove connessioni di un artista si incontra con la capacità di incanalare queste connessioni in strutture formali, che si ha il vero genio. Penso a Gauss, Newton, Turing, Maxwell, Von Neumann.

L'ultima speculatio riguarda la possibilità di creare una macchina che si possa definire intelligente: un marchingegno che sapesse passare il test di Turing, per capirci. Io lo ritengo possibile. C'è un libro di Rogen Penrose, "La mente nuova dell'imperatore", in cui 500 pagine di fisica sono usate per presumere che nel cervello accada qualcosa a livello sub-atomico di non replicabile in una macchina. Il fatto è che evidenze non ce ne sono, e se dobbiamo speculare, allora una teoria vale l'altra.
Ci sono tre progetti che, a riguardo, hanno catturato la mia attenzione: Google, OpenCyC e Numenta. Incominciamo dall'ultima. Numenta è la società fondata da Jeff Hawkins (vedi sopra), che sta sviluppando una applicazione di quella teoria del funzionamento del cervello. Le parti nuove e fondamentali di questa teoria sono la possibilità di "visualizzare" schemi sia nello spazio che nel tempo, e la capacità di fare previsioni. In parole povere, la si può immaginare come una struttura gerarchica di agenti intelligenti, in cui quelli in basso sono a contatto diretto con gli stimoli provenienti dall'esterno e man mano che si sale si formano schemi di schemi di schemi di schemi etc etc... Ogni singolo agente funziona in modo semplice: riceve informazioni dal basso, se in queste informazioni riconosce uno schema, comunica in basso una previsione sugli stimoli successivi e se la previsione è confermata, comunica lo schema al livello superiore. Dall'alto riceve previsioni più ad alto livello e il suo compito è confermarle o smentirle. Quando non riesce a riconoscere uno schema, passa le informazioni in questione al livello superiore, i quali si occuperano di generalizzarle in nuovi schemi. Sembra un po' contorto, ma considerando che gli schemi non sono che sequenze di stimoli, il risultato è che salendo la scala gerarchica vengono riconosciute sequenze di sequenze di sequenze etc etc. Per fare un esempio, se da un basso livello arriva questa sequenza: "occhio" "occhio" "naso", posso presumere che il prossimo elemento sarà "bocca", che completa lo schema "volto". Se appunto troverò "bocca", devo comunicare al piano superiore semplicemente di aver incontrato un "volto". Se per caso dovessi trovare un altro "naso", ci sarebbe qualcosa di strano: dovrei chiedere di sopra "cos'è che ha due occhi e due nasi?"

Se un sistema del genere è realizzabile, avremmo per le mani una macchina capace di operare generalizzazioni a più livelli, ed in grado di correggersi, o almeno rendere conto, se le proprie generalizzazioni sono errate, cioè non confermate dai fatti. Notevole, ma è solo il primo passo. La prima cosa di cui avrebbe bisogno questa macchina per iniziare ad imparare qualcosa del mondo circostante, è appunto un modo di percepire/vedere il mondo circostante. Qualcosa su cui operare ipotesi e verificarne la veridicità. Per fare questo oltre ai sensi, è necessario un modo per indirizzare e focalizzare i sensi. Qui entra in ballo Google. Google, Google Immagini, Google Video, Google Libri e Google Mappe, oltre a fornire l'esposizione ad una quantità pressochè infinita di dati, come i nostri sensi ci espongono a tutto l'ambiente circostante, permette anche, attraverso la ricerca, di selezionare quale parte di questi dati vogliamo prendere in considerazione: nello stesso modo in cui si può esaminare la punta di una matita e studiarne il funzionamento mentre si riesce ad obliare temporaneamente il resto della matita, la scrivania su cui poggia, la stanza in cui si trova la scrivania, l'appartamento in cui la stanza è situata e così via.

Più che notevole, ma non è ancora abbastanza. Ammesso che si possa ricreare la parte funzionale della mente e interfacciarla in modo produttivo col mondo circostante, manca ciò a cui ogni persona intelligente viene esposta fin dalla nascita al fine di renderla tale: L'educazione. Che se anche una mente è in grado di formulare ogni singolo pensiero formulato del passato, riformularli tutti è impossibile. S'è deciso dunque, tra menti intelligenti, di esporre ogni nuova mente ad una selezioni di idee (i nostri schemi di prima) affinchè li possa acquisire in modo automatico e con una certa facilità, e poi andare per la sua strada, fondata su solide basi. Dobbiamo dunque insegnare alla nostra mente artificiale ciò che insegneremmo ad ogni bambino: come ragionare, la logica, il linguaggio, il buon senso e così via. Molte di queste cose passano dai genitori/educatori ai figli/discenti per un processo di esposizione ed imitazione, processo su cui non possiamo fare affidamento, o che risulterebbe tedioso e poco pratico. OpenCyC potrebbe colmare questa lacuna. OpenCyc è un progetto che va avanti da più di 10 anni, che si è dato l'obiettivo di formare il più grande database di informazioni ragionate e di buon senso del mondo. In filosofia un sistema del genere è chiamato ontologia, cioè una specifica rappresentazione del mondo o di una sua parte. OpenCyC, che da poco è stato rilasciato al pubblico, utilizza un proprio linguaggio logico per rappresentare tutte quelle informazioni che diamo per scontate quando facciamo uso del linguaggio di tutti i giorni (natural language).

Numenta e la sua teoria del cervello, Google, OpenCyc: non so se qualcuno ci ha già pensato, ma la mia opinione è che dovrebbero lavorare insieme in questa direzione. Se un giorno l'uomo avrà a disposizioni macchine con capacità intellettive paragonabili alle sue, solo la fantascienza può prospettare quali scenari si troverà ad affrontare. Senza contare tutte le implicazioni filosofiche, etiche e religiose che si presenterebbero con la nascita di esseri intelligenti diversi da noi e prodotti da noi (magari migliori di noi?). Ma di queste cose si è parlato tanto, anche a sproposito: ciò che è veramente interessante è rispondere ad altre domande. Possiamo farlo? Se no, perchè? Se sì, come?


(((Una volta sono stato un sasso) ricordo di aver ricevuto un calcio) e mi girava la testa da sasso)

02 settembre 2006

I lie for only you, and I lie well...

Artificial Intelligence: A Modern Approach (2nd Edition)
-by Stuart J. Russell, Peter Norvig

The Feynman Lectures on Physics: The Definitive and Extended Edition
-by Richard P. Feynman, et al.

Structure and Interpretation of Computer Programs - 2nd Edition (MIT Electrical Engineering and Computer Science)
-by Harold Abelson, Gerald Jay Sussman

Gödel, Escher, Bach: An Eternal Golden Braid
-by Douglas R. Hofstadter

General Chemistry
-by Linus Pauling

Concepts of Modern Mathematics
-by Ian Stewart

The Selfish Gene: 30th Anniversary Edition--with a new Introduction by the Author
-by Richard Dawkins

Lehninger Principles of Biochemistry, Fourth Edition
-by David L. Nelson, Michael M. Cox

Society of Mind
-by Marvin Minsky

The Golden Ratio: The Story of PHI, the World's Most Astonishing Number
-by Mario Livio