04 febbraio 2008

Il primo è dato, il secondo è dato, il terzo NON SI SA (quindi sei il massimo misosofo vivente)

Non è ribellione, è solo vento.
Nel sogno c'era un manichino. Un manichino da atelier, un busto di stoffa grigia, eretto su di un piedistallo nero. Ripensare al sogno, ripensare anche al manichino. Interrogativi sulla natura del manichino. Perchè nei sogni, le cose non hanno bisogno di essere come sono realmente. Se quindi un manichino in un sogno appare come un manichino reale, c'è una ratio. La stessa ragione per cui, nella realtà, un manichino assomiglia ad un manichino e non a qualsiasi altra cosa. Allora vuol dire che la parte più difficile di un corpo sono quelle due esse, fianco-vita-spalla, che si guardano negli occhi e non si stancano mai.
Nel sogno c'era anche una profonda attesa. Sognare di aspettare un autobus per ore. Nessuno che metta in guardia sul cattivo uso del tempo passato sognando, quando non diventa mai meglio di così.
Giovanotto diletto, probabilmente tu intendevi "io lo che sono solo anche quando non sono solo".

Prende alla testa come la nausea prende alla gola. Ti irridisce la spina dorsale, e hai solo voglia di buttare tutto fuori. Scivola, mentre risale la corrente, e ti strizza le vene delle braccia e delle gambe. Poi irriga il cuore e gli fa mancare una battuta. Puoi solo sederti, incrociare le gambe e aspettare che finisca. Stavolta mi sono portato una mela, non ho mai provato a mangiare durante gli effetti della Soluzione. Defloro la buccia con un morso e mi sento in colpa come per un'accusa di stupro. I denti si mettono a ballare senza unisono, ognuno secondo una ignota logica ortodontica. Dalle intercavità tra radice e gengiva scaturisce ciò che non riesco ad identificare se non come scintille, o spruzzi di sangue caldo. Adesso la bocca è un autolavaggio per muoni dalla carrozzeria cromata e gli interni in budello di renna. Adesso la bocca è un carro bestiame lanciato a tutta velocità lungo i sentieri dell'adolescenza in comodato d'uso. Sento come il rumore di un battito d'ali di un esemplare maschio adulto della famiglia delle eliconidi, a chilometri di distanza; qualcuno deve essersi seduto davanti a me, in mezzo alla strada. Forse ho di fronte me stesso di plastica. Provo ad aprire gli occhi, ma c'è solo una punta bianca flottante nel nero, un modellino plastico della nostra galassia in scala 1 : 62x10^22. Apro la bocca, così che possa vedere. Vedere il nero di un principio di coma proteinico, vedere come la mia saliva rasenti la brodo-primordialità di una linea temporale alternativa, vedere come i dati quinquennali di integrazione sociale siano graficabili in tre dimensioni e come il grafico risultante abbia la forma di una pantofola con tacco a spillo indossata in estate. Ora le esplosioni controllate di rumore marrone indicano la conclusione della mia ventisettesima esperienza della Soluzione. Posso forzare di nuovo inspirazione ed espirazione. Prima di scomparirmi davanti agli occhi, faccio in tempo a dirmi: "Ammetto di essere un cattivo guidatore". Mi tiro su e mi ripulisco dai resti di polpa di mela e dalle goccie di triidruro di azoto. Le rime cominiciano a sintetizzarsi nella mia testa come ho visto fare in tv ai filamenti di RNA. Di nuovo, sopravvivo all'ispirazione.