26 settembre 2010

L'eterno ritorno in cuffia

Perché mai qualcuno dovrebbe riempire una bottiglia di coriandoli e lasciarla a testa in giù?
A volte ho lo sguardo perso di un gigante che non capisce la scala del mondo.
Tutte quelle lezioni di piano che non ho mai preso stanno finalmente dando i loro frutti.
Dopo molti anni ho cambiato lo spazzolino. Traumaticamente. Io e quello spazzolino abbiamo fatto molte cose insieme, cose come avventure. Cosa accadrà adesso?
Si può anche essere un set di posate.
Uno squittire della ruota in curva e di subito mi assedia una miriade di nostalgie di notte d'estate con i grilli intorno.
Dove sei statico?
E' forse una ignominia, da parte mia, togliersi la camicia prima di lavarmi i denti?
Il contrario di divieto è permesso od obbligo?
Mi è venuta la solitudine, ma è andata via e non torna più. Lasciandomi solo?
Mi perdo sempre la formazione delle nuvole. Arrivano da altrove e scivolano via, ma non vengono mai alla luce.
La carica più ambita nella società dei mulini a vento è quella di ministro della difesa.

Di notte le strade disgustose. Se accelero dimentico. Mi vengono gli occhi piccoli da insetto. I movimenti percepiti nel campo visivo periferico, mi danno la caccia, mi infestano. Che la pioggia si depositi pure sulle finestre, fatemi vedere in quanti parti si può frantumare il mondo fuori. In quante parti essere frantumati. Sto ossessionando sul come prima mai più. Non sono pronto, sono instabile e informe, dentro. Sui tremori di prima.

18 settembre 2010

Respiro sprofondo

Nil non sta ballando.
Non è qui per ballare.
Vuole più luce possibile dentro di sè.
Qui la luce si muove,
si muove nel modo giusto.
Ci sono anche corpi che si muovono.
Non sono i corpi i giusti.
Non importa.
Quando si muove la luce,
i corpi non si muovono più.
Va bene così.
Nil tiene gli occhi aperti.
Aperti come nessun altro.
Le iridi, a comando, dilatate.
Sottraendo la luce al movimento
rimane il tempo.
Dentro Nil è un visibilio;
pura matematica,
pura misura dell'ego,
dinamica minima dei cieli,
pura moda,
frazioni e rifrazioni.
Sono tutti riduzionisti,
e sono tutti linguisti.
Cercano tutti la lingua
parlata dalla soluzione.
Pensano all'industria
delle materie tessili.
Alle abbreviazioni.
Mentre cercano, ballano.
Ballano intorno al colpevole.
Nil non sta ballando.

05 settembre 2010

Circa in questo, quasi insieme

Per quei giramenti di testa: comincerò a pretendere che ogni cosa sia il riflesso della sua controparte rovesciata in cielo.
I numeri cinque scritti sul muro a volte sembrano delle mitragliatrici. Invece i soli assomigliano alle bandiere.
La polaroid è l'unità di misura che coniuga in sè spazio e tempo; ad esempio, la mia estate è stata di 3 milli-polaroid.
Nella storia di ogni cultura si narrano storie di antenati in viaggio, sui loro carri, alla ricerca della terra promessa. Di giorno cercando di fare più strada possibile, la notte accampandosi intorno al fuoco. Il falò delle carovanità.
Le mani non bastano mai. Le mani strutturano continuamente il riuso del corpo. Servono mani per diradare la nebbia e per mordere. Mani per brandire altre mani e mani per modellare le dune. Con le mani si avvicina la luna. Abbiamo bisogno delle mani per fare scelte e per bloccare l'anima quando cerca di uscire dalla bocca. Le mani rendono quotidiane le sovraimpressioni, come in: non hai fatto una buona prima impressione, ma sopra di te ho scattato la foto di un gatto.